Metodo Musicale per chi suona ad orecchio la chitarra

Lezione 1: Note e intervalli


INTRODUZIONE

Il suono musicale, come qualsiasi fenomeno acustico, è caratterizzato dalla fusione di 4 variabili fondamentali: altezza, durata, intensità e timbro. 
Il timbro dipende dallo strumento suonato, l'intensità è il volume (accento) con il quale si emette il suono, la durata è in rapporto con il tempo e quindi con il ritmo.
L'altezza, variabile sulla quale si concentra questo studio, è il numero di vibrazioni (oscillazioni) al secondo di un corpo che vibra, ad esempio della corda. Il numero di oscillazioni al secondo è chiamato frequenza. L'altezza dei suoni è ciò che distingue i suoni acuti (alti) dai suoni gravi (bassi). La frequenza aumenta passando dal grave all'acuto.


NOTE

Nel nostro sistema musicale l'altezza dei suoni è indicata dalla serie di 7 sillabe (o note) DO, RE, MI, FA, SOL, LA, SI, conclusa nuovamente da DO in modo da produrre un intervallo da DO a DO di 8 note, chiamato ottava. L'ottava nota prende quindi lo stesso nome della prima, mentre la sua frequenza è esattamente il doppio. Questa serie di note si chiama scala diatonica naturale.

La scala diatonica naturale è rappresentata sul pianoforte dai tasti bianchi, che sono così disposti: Keyboard7fret.bmp (1342 byte)

Sul pentagramma questa ottava è rappresentata dalle linee e dagli spazi, e si scrive così:

Il pianoforte, così come la chitarra e quasi tutti gli strumenti esistenti, può suonare più di una ottava.
La figura seguente mostra la relazione tra altezza della nota, tastiera del pianoforte e scrittura sul pentagramma:

Nota: Le note sono indicate più spesso -almeno nel jazz- con le lettere A, B, C, D, E, F, G, dove A=LA, B=SI, C=DO, D=RE, E=MI, F=FA, G=SOL.


TASTI NERI

La scala diatonica naturale è composta dalle 7 note corrispondenti ai tasti bianchi della tastiera del pianoforte.

I tasti neri conservano il nome delle note che li precedono o che li seguono immediatamente.
Nel pentagramma il tasto nero del pianoforte è indicato da un simbolo chiamato accidente, posto  immediatamente prima della nota a cui si riferisce.
L'accidente può essere bemolle (b) o diesis (#), che indica rispettivamente il tasto immediatamente precedente o successivo rispetto alla nota (tasto bianco) a cui si riferisce.

Suonando tutti i tasti del pianoforte bianchi e neri in sequenza, da una qualsiasi nota fino alla relativa ottava si ottengono 12 note diverse più l'ottava. La distanza tra una nota e quella immediatamente adiacente è detta semitono. Il risultato è quindi una progressione di 12 semitoni, la scala cromatica, che può essere rappresentata sul pentagramma...

così:  
o
così:
 

guitarboard.jpg (12807 byte)Nella tastiera della chitarra, ogni corda è suddivisa da tacche in tasti, e tra tasti adiacenti della stessa corda la distanza è sempre di un semitono.

 


INTERVALLI

Le note della scala prendono anche il nome di gradi, e si contano partendo dal grave all'acuto. Nel caso della scala diatonica naturale DO rappresenta il primo grado, RE il secondo, MI il terzo, FA il quarto e così via. 
Si chiama  intervallo la distanza -cioè la differenza in altezza- tra due note qualsiasi.

Keyboard7fret.bmp (1342 byte) Un intervallo di quinta (o semplicemente quinta) è una distanza di 5 note, una distanza di 4 note è un intervallo di quarta e così via. L'intervallo di ottava è la prima nota della scala suonata ad una distanza di otto note, esattamente ad una frequenza doppia.
Disponendo le dita della mano destra come indicato nella figura, dal pollice (1) al mignolo (5), si hanno a disposizione le prime cinque note della scala di DO Maggiore. Il quinto dito (mignolo) sarà il quinto grado della scala, il terzo dito (medio) sarà il terzo grado e così via. 

E' importante notare che si contano sia la nota di partenza (la prima) che la nota di arrivo: ad esempio la quinta del DO è il SOL  (distanza=5note=DO,RE,MI,FA,SOL), la quarta del DO è FA (distanza=4note=DO,RE,MI,FA), la seconda è RE (distanza=2note=DO,RE), ecc.

Keyboard8TTSTTTS.jpg (4080 byte) Ma pure tra tasti bianchi adiacenti vi sono distanze più o meno grandi.
Se tra essi si interpone un tasto nero, la distanza tra le due note è di un tono intero, o semplicemente un tono, altrimenti è di un semitono (2semitoni=1tono).

Classificazione qualitativa degli intervalli

Una ottava copre sulla tastiera del pianoforte 13 tasti: si tratta di 12 note differenti (più l'ottava), a distanza tra loro di un semitono.
Da una qualsiasi nota di partenza si possono quindi costruire 12 diversi intervalli.

La tavola seguente riporta la classificazione degli intervalli in 5 categorie qualitative: perfetti, maggiori, minori, eccedenti e diminuiti.

TAVOLA DEGLI INTERVALLI

  GRADI

I-I

I-II I-III I-IV I-V I-VI I-VII

I-VIII

I
N
T
E
R
V
A
L
L
I
Perfetti


(Unisono)

 


(Ottava)

Maggiori  
(Tono)
 
Minori
(Semitono)
 
Eccedenti


(Tritono)

 
Diminuiti

VI bb
=
V Ma

VII bb
=
VI Ma
 

Questa tabella indica gli intervalli rispetto alla nota DO, posta come primo grado, ma ciò che essa rappresenta è l'intervallo in termini di toni e semitoni tra il primo grado ed una nota qualsiasi di una qualsiasi scala.
Ad esempio la tabella indica l'intervallo di terza minore con  (note DO e MI bemolle). Con riferimento alla tastiera del pianoforte, tra DO e MI bemolle si contano 3 semitoni (un tono e mezzo): l'intervallo di terza minore è quindi caratterizzato da una distanza di un tono e mezzo. Con questo riferimento si può individuare la terza minore rispetto ad una qualsiasi nota: ad esempio la terza minore del SOL di trova contando da SOL un tono e mezzo, ottenendo quindi un SIb, che è quindi la terza minore del SOL.

Si noti che pur essendoci 12 intervalli in una ottava, nella tavola ne sono indicati di più. Si tratta di note enarmoniche.
Ad esempio FA# e SOLb sono la stessa nota, e in termini di intervalli significa che la quarta eccedente equivale ad una quinta diminuita.

La tabella non è certo da imparare a memoria! Anche se è bene comprendere la struttura generale degli intervalli, è sufficiente conoscere solo i più importanti, e cioè:

L'intervallo di terza, che può essere: maggiore, cioè di 2 toni interi (TT)
minore, cioè di un tono e mezzo (TS)
L'intervallo di quinta, che può essere:   giusta, cioè di 3 toni e mezzo
diminuita, cioè di 3 toni
eccedente, cioè di 4 toni
L'intervallo di settima, che può essere:   maggiore, cioè un semitono sotto l'ottava
  minore, cioè un tono sotto l'ottava

Una importanza relativamente minore rivestono gli intervalli di seconda, di quarta e di sesta.

Le note sono gli atomi del sistema tonale. Gli intervalli, cioè due note consecutive o contemporanee, costituiscono il collante con il quale si costruiscono scale ed accordi, che sarà l'argomento della prossima lezione.