Metodo di Improvvisazione per chi suona la chitarra ad orecchio
Introduzione
Questo metodo è concepito per chi suona ad orecchio ed avverte la necessità di approfondire la conoscenza del proprio strumento per ottenere una maggiore familiarità con esso e migliorare il proprio stile musicale, senza però impegnarsi con studi tradizionali (solfeggio, esercizi, lettura del pentagramma) che sono per loro natura concepiti per ottenere una completa preparazione accademica.
L'avere orecchio è una qualità musicale istintiva che consente di apprendere facilmente e ripetere con intonazione e ritmo esatti i motivi che si ascolta. Un'altra qualità dell'orecchio musicale è il senso armonico, cioè la capacità di apprezzare le differenze tra i vari accordi e la loro successione logica nel discorso musicale: l'armonia.
Ciò vuol dire che chi suona ad orecchio applica regole dell'armonia musicale senza peraltro conoscerne la teoria. Sebbene quindi la teoria sembra essere superflua ai fini dell'esecuzione musicale, la sua conoscenza è un arricchimento della propria indole musicale.
Il metodo mira a fornire le basi teoriche del sistema tonale e dell'armonia musicale, evidenziando alcune semplici formule per costruire qualsiasi scala o accordo. Per chi suona ad orecchio però, una trattazione esclusivamente teorica ha senso solo se integrata da un metodo pratico.
Il metodo è quindi strutturato in tre sezioni distinte:
L'ultima sezione del metodo propone una serie di
approfondimenti teorici e pratici: anzitutto le
scale pentatoniche, che completano lo studio della tonalità maggiore;
quindi le
scale minori, che completano lo studio delle tonalità e che consentono
di arricchire il suono. Infine le scale diminuite e
a toni interi, particolarmente interessanti in teoria e in pratica.
Con queste conoscenze si può ottenere una più ampia gamma espressiva e una più
completa comprensione degli accordi e della loro notazione.
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Sebbene la parte pratica possa interessare di più chi suona ad orecchio, la conoscenza teorica delle scale ad accordi consente di assimilare meglio le tavolature (usando più il ragionamento che la memoria) e può aprire nuovi orizzonti. Inoltre, mentre la pratica richiede allenamento costante, la teoria -una volta compresa ed assimilata- si radica maggiormente nella mente.
La conoscenza della scala armonica maggiore è sufficiente per una discreta improvvisazione: pur limitandosi a qualche centinaio di combinazioni possibili, queste rappresentano materiale più che sufficiente per fare un concreto passo avanti rispetto al suonare esclusivamente ad orecchio.
Il metodo è focalizzato sull'aspetto armonico della musica, e non sull'aspetto melodico. Ciò vuol dire che il metodo non si occupa della durata delle note, della loro suddivisione in battute o degli accenti, ma esclusivamente sulla scelta delle note che suonano bene in un dato contesto armonico. Le regole fondamentali del sistema tonale rappresentano una struttura sopra la quale poter dare spazio alla propria fantasia, e suonare una qualsiasi melodia. E' questo il risultato a cui tende questo metodo.
Non è richiesta la capacità di leggere uno spartito: questo metodo indicherà come comprendere la struttura di un brano dagli accordi e la tonalità indicata dalla chiave, e utilizzare questi punti di riferimento per improvvisare. L'uso dell'orecchio facilita l'individuazione della tonalità, che consente di sapere quali note suonano bene su un brano -cioè la sua struttura armonica-, e rende secondaria la lettura e la comprensione della struttura melodica.
Per poter illustrare la teoria delle scale ad accordi si fa spesso riferimento alla scala fondamentale, che è praticamente la scala di DO Maggiore. Un facile meccanismo di trasposizione consente di ricavare dalla scala fondamentale, scale in qualsiasi tonalità. I riferimenti alla scala fondamentale intendono quindi focalizzare l'attenzione sulle caratteristiche strutturali del sistema tonale, e non ai suoni propri di una tonalità, in questo caso di DO.
La tastiera del pianoforte rappresenta visivamente il sistema diatonico (cioè le note do, re, mi, fa, sol, la, si e gli intervalli tra esse in termini di toni o di semitoni). Mentre il pianoforte ha 8 ottave, allo scopo del metodo è sufficiente considerare una sola ottava. Non è necessario possedere un pianoforte per comprendere la base teorica illustrata, ma per chi suona ad orecchio può essere di grande aiuto "sentire" i suoni per comprendere più facilmente la trattazione teorica.