Le Scale
Saper eseguire una Scala Maggiore a partire da una qualsiasi delle 12 note del sistema musicale in modo fluido, senza interruzioni e alla corretta velocità, è un obiettivo ambizioso che si raggiunge per gradi e con l'esercizio.
Sapere costruire una Scala Maggiore e determinare la corretta diteggiatura è una questione di poche e semplici regole, che si possono assimilare rapidamente.

Pitagora e la geometria delle note

La Scala Diatonica Naturale, cioè la ben nota sequenza di note "DO, RE, MI, FA, SOL, LA, SI, DO", ha origine dalla Scala Pitagorica.
Si tratta di una scala ricavata dalle relazioni geometriche tra lunghezze di una corda, un sistema algebrico che indica le frequenze esatte dei suoni a partire dalla frequenza di un primo suono.
Facendo vibrare una corda di lunghezza qualsiasi e poi una corda lunga pari alla metà della prima, mantenendo la stessa tensione, Pitagora osservò che il suono prodotto dalla seconda corda era la medesima nota prodotta dalla prima, ma più acuta; più precisamente, la seconda suonava esattamente a frequenza doppia della prima. Da questa scoperta nasce l'ottava.
Pitagora continuò l'esperimento, questa volta accorciando la seconda corda in rapporto di due terzi (2/3), e trovò che la frequenza risultante era 3/2 della frequenza iniziale; si tratta della nota che oggi prende il nome di Quinta.
Procedendo per quinte, cioè accorciando ulteriormente la corda di 2/3, e continuando a ridurre la corda in questo modo per 12 volte, Pitagora ottenne 12 note prima di trovare una frequenza multipla di quella di partenza, in altri termini lo stesso suono ma qualche ottava più acuto.
Da questa scoperta Pitagora ricavò i rapporti tra le note all'interno di una ottava con un procedimento che prende il nome di progressione degli intervalli di quinta con trasposizione dei suoni acuti all'ottava di partenza: partendo da una frequenza iniziale e moltiplicandola ripetutamente per 3/2, dividendo eventualmente il risultato per 2 in modo riportare la nota entro l'ottava, si ottengono tutte le note della Scala Cromatica.
Il procedimento è riportato in dettaglio nella pagina Matematica del Temperamento della sezione sull'Accordatura del Pianoforte.
Le 12 note del nostro sistema musicale sono quindi definite indipendentemente dal loro nome, ma semplicemente da una frequenza di partenza.
Si attribuisce a Guido d'Arezzo la definizione dei nomi delle note, che corrispondono alle sillabe iniziali dei primi sei versetti dell'inno Ut queant laxis.

Costruire una Scala Maggiore

Non c'è da allarmarsi, non occorre saper manovrare numeri irrazionali o essere un esperto di fisica acustica per suonare il piano!
Qui noi non dovremo occuparci di frequenze, materia propria degli accordatori e dei grandi pianisti. Al contrario, abbiamo bisogno di un sistema di riferimento più semplice, che consenta di combinare i suoni in un modo gradevole all'ascolto senza avere a che fare con la matematica.
Da qui nasce 'TTSTTTS'...

TTSTTTS è lo stampo

La Scala Diatonica Maggiore è costruita da una sequenza di intervalli di tono (T) o semitono (S) che può essere descritta dalla formula di struttura TTSTTTS.
Per ricordare questa preziosa formula può essere utile osservare la disposizione dei tasti neri sul pianoforte: a colpo d'occhio, partendo dal DO, si possono notare gruppi di due tasti neri e gruppi di tre tasti neri in successione, e che questa sequenza (struttura) si replica per varie ottave.
Da ciò risultano visivamente i due gruppi di intervalli TT e TTT, separati tra loro da due tasti bianchi adiacenti (MI-FA e SI-DO), che sono intervalli di semitono (S). Con la memoria visiva della tastiera si può quindi risalire alla formula TT-S-TTT-S.
T
T
T
T
T

Le Note, gradini della Scala

Le note di una Scala prendono il nome di gradi, e si contano partendo dal grave all'acuto con numeri romani: I, II, III, IV, ecc. Nel caso della Scala Diatonica Naturale, DO è il primo grado, RE il secondo, MI il terzo, FA il quarto e così via.

I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII

Gli intervalli, le altezze dei gradini

La formula TTSTTTS, lavorando per intervalli relativi ad una nota di partenza, consente di astrarre dalle note che compongono la Scala Maggiore.
A partire da una qualsiasi nota al I grado della scala, detta tonica, con la formula TTSTTTS si ricavano le note dei successivi gradi, con il risultato di ottenere sempre una Scala Maggiore, anche se in una diversa tonalità.
Ad esempio, a partire da RE, la sequenza di tasti corrispondenti alla Scala Maggiore di RE, o semplicemente Scala di RE, sarà:
I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII

Note e Tasti

Non è quindi necessario associare ai tasti il loro nome. Sapendo che la sequenza di note della Scala Diatonica Naturale (DO-RE-MI-FA-SOL-LA-SI-DO) rispetta gli intervalli TTSTTTS, e che soltanto gli intervalli MI-FA e SI-DO sono di semitono (S) e tutti gli altri di tono (T), si può ricavare una Scala Maggiore a partire da qualsiasi tasto:
  • Indicando il tasto corrispondente alla tonica diciamo "DO", qualsiasi nota sia effettivamente;
  • Al tasto successivo dovremo quindi dire "RE", che non essendo né "FA" né "DO", si troverà ad un tono di distanza dalla precedente (due tasti adiacenti);
  • Procediamo con "MI", ancora una distanza di tono;
  • La successiva nota sarà "FA", e in questo caso il tasto sarà a un semitono di distanza dal precedente (il tasto immediatamente adiacente);
  • Continueremo per toni fino a "SI" per poi raggiungere l'ottava (la nota di partenza, una ottava sopra), su cui diremo nuovamente "DO" e che quindi troveremo ad un semitono di distanza dal precedente SI.
La figura seguente mostra il procedimento per costruire la scala di MIb.
DO
RE
FA
MI
SOL
LA
DO
SI
Va da sé che i tasti trovati corrisponderanno ad una scala TTSTTTS.

Contare gli intervalli

All'inizio si commettono frequentemente alcuni errori di conteggio utilizzando la formula TTSTTTS:
  • L'errore di contare gli intervalli della Scala dalla prima nota, come se fosse un intervallo, iniziando a contare il primo 'T' dal primo tasto.
    Per evitarlo, indicando il primo tasto dire "tonica", e non "Tono" o "Semitono": la nota non è un intervallo!
  • L'errore di contare l'intervallo tra due tasti bianchi immediatamente adiacenti come 'T'. Due tasti bianchi adiacenti possono avere tra loro un tasto nero, quindi una distanza di Tono (T), ed in questo caso non sono tasti adiacenti; Solo se non hanno un tasto nero tra loro sono tasti adiacenti, ed in questo caso la distanza è di Semitono (S).
    Per evitare di incorrere in questo errore è bene contare per semitoni, cioè per tasti immediatamente adiacenti, indipendentemente dal loro colore -quindi per note consecutive della Scala Cromatica- in modo da contare un tono come due tasti (T=S+S).
  • Un altro errore comune è di non tenere traccia delle note che si identificano durante la costruzione della scala. Il conteggio ha invece l'obiettivo principale di catturare visivamente tutti i tasti della scala. Un modo di evitarlo è di usare la Posizione TTST.

Scale Fondamentali

Ogni Scala Maggiore costruita con gli intervalli TTSTTTS rappresenta una combinazione unica di 7 note, che prende il nome di Tonalità.
La seguente tavola riassume le 12 Scale Maggiori del nostro sistema diatonico, costruite secondo il modello di intervalli TTSTTTS.
Ad ogni scala è associato un pentagramma che indica le note che appartengono alla Tonalità. Questa parte iniziale del pentagramma si chiama Armatura di chiave.
ScalaTonalitàNote alterate
C
0
C
D
E
F
G
A
B
C
0
G
1#
G
A
B
C
D
E
F#
G
1#
D
2#
D
E
F#
G
A
B
C#
D
2#
A
3#
A
B
C#
D
E
F#
G#
A
3#
E
4#
E
F#
G#
A
B
C#
D#
E
4#
B
5#
B
C#
D#
E
F#
G#
A#
B
5#
F
1b
F
G
Bb
A
C
D
E
F
1b
Bb
2b
Bb
C
Eb
D
F
G
Bb
A
2b
Eb
3b
Eb
F
Ab
G
Bb
C
Eb
D
3b
Ab
4b
Ab
Bb
Db
C
Eb
F
Ab
G
4b
Db
5b
Db
Eb
Gb
F
Ab
Bb
Db
C
5b
Gb
6b
Gb
Ab
Bb
B
Db
Eb
Gb
F
6b/6#
F#
6#
Il procedimento per costruire scale con struttura TTSTTTS a partire da qualsiasi tasto, ovvero una Scala Maggiore in qualsiasi tonalità, richiede di spostare l'attenzione dalle note agli intervalli. In questo modo, dato un qualunque tasto di partenza, è possibile ricavare una Scala Maggiore per intervalli diatonici successivi, senza necessariamente dover nominare alcuna nota!

Tonalità

L'ordine in cui sono presentate le Scale Maggiori nella tabella precedente è una sequenza chiamata Circolo delle Quinte.
Procedendo per quinte ascendenti o per quarte discendenti, la differenza tra una scala e la successiva è di una ed una sola nota, gli accidenti in Armatura di chiave aumentano in ragione di uno per ogni nuova scala, e di conseguenza uno ed un solo tasto bianco della Scala di partenza è sostituito, nella scala successiva, da un nuovo tasto nero.
L'Armatura di chiave indica quindi quali note naturali (tasti bianchi) devono essere alterate (tasti neri) per appartenere alla data tonalità. Più precisamente, indica quali tasti bianchi dovranno essere sostituiti da un tasto nero adiacente, precedente in caso di bemolle o successivo in caso di diesis.
La Tonalità DO è composta da soli tasti bianchi, e quindi nella armatura non figureranno accidenti (i simboli di bemolle o diesis). Tutte le altre Tonalità dovranno -in quanto composte da combinazioni differenti di 7 note- comprendere uno o più tasti neri.
L'armatura di chiave è generalmente specificata all'inizio della partitura, con lo scopo di facilitarne la lettura e la scrittura.
Infatti, ogni alterazione indicata in chiave vale per tutta la partitura, o quantomeno fino ad una successiva eventuale armatura di chiave. L'armatura indica la tonalità del brano, e più precisamente la tonalità su cui il movimento armonico converge.
Generalmente un brano inizia e termina nella tonalità indicata in armatura, e le sette note della tonalità ricorrono con maggiore frequenza. In questo senso l'armatura è come una sintesi dell'intera partitura.
Se è vero che è possibile suonare ad orecchio senza saper leggere la musica, è altrettanto vero che per leggere l'armatura di chiave non è necessario leggere le note e la loro durata, ma semplicemente di osservare la collocazione delle alterazioni in un piccolo segmento iniziale del pentagramma -cioè saper leggere il semplice pentagramma.
Per chi suona ad orecchio, e legge poco o nulla la partitura, l'armatura offre un aiuto notevole perché indica una Scala Maggiore, e quindi una posizione di riferimento.
Se nel corso della partitura non sono presenti accidenti, potremo con tranquillità improvvisare usando le sette note della tonalità, che suoneranno sempre e comunque bene.
L'armatura segue una notazione abbastanza semplice e standard, che può essere interpretata a colpo d'occhio senza saper leggere la musica.
La regola pratica per ricavare dall'armatura di chiave la tonalità è la seguente:
Se non ci sono alterazioni in chiave, la Tonalità è DO.
Se ci sono diesis in chiave, la Tonalità sarà la nota immediatamente successiva (un semitono sopra) all'ultima nota diesizzata.
Nell'esempio, la Tonalità è LA perché il diesis più a destra è su SOL (quindi SOL#), e LA è la nota un semitono sopra il SOL#.
Se c'è un solo bemolle in chiave, la Tonalità è FA.
Se ci sono due o più bemolle in chiave, la Tonalità coincide con la penultima nota bemollizzata.
Nell'esempio, la Tonalità è LAb perchè il penultimo bemolle è su LA (quindi LAb)
Decifrare una armatura di chiave consente di individuare la nota fondamentale da cui costruire la Scala con gli intervalli TTSTTTS, e di conseguenza trovare le 7 note più importanti dell'intero brano.

Note enarmoniche

Nella tabella, l'armatura della scala di SOLb indica 6 bemolle, cioè teoricamente 6 tasti neri, ma i tasti neri in un'ottava sono solo 5!
La spiegazione è che l'ultimo bemolle aggiunto è sul rigo corrispondente al DO; sappiamo che il bemolle indica il tasto immediatamente precedente (la nota un semitono più bassa), quindi troveremo un tasto bianco, il SI.
DOb e SI indicano quindi lo stesso tasto, cioè sono enarmonicamente la stessa nota, così come sono la stessa nota MI# e FA. Più in generale, un qualsiasi tasto può essere indicato come bemolle del tasto successivo o come diesis del tasto precedente. Ad esempio G# e Ab indicano lo stesso tasto e sono enarmonicamente la stessa nota.
Si dice "enarmonicamente uguali" e non semplicemente "uguali" perché seguendo i calcoli pitagorici ed arrivando all'ottava per quinte, risulta un leggero scostamento di frequenza da quanto ci si attende, cioè la frequenza esattamente doppia; per questo motivo non si può affermare che DOb è uguale a SI o che SI# è uguale a DO.
Si tratta di differenze impercettibili all'orecchio normale, che assumono una importanza pratica solo per l'accordatura del pianoforte (vedi sezione PianoTuner su questo sito).

Esecuzione delle Scale

Saper costruire una Scala Maggiore TTSTTTS è un traguardo importante, da non sottovalutare: implica ragionare per intervalli e non per note, cioè in termini di distanza (relativa) tra tasti, un salto concettuale fondamentale per l'improvvisazione e per la definizione di posizioni (pattern) utili per avere sotto controllo tutte le note della tonalità, indipendentemente dalla loro naturale sequenza.
Studiare le scale è una attività molto noiosa e monotona, perché richiede di eseguire la stessa sequenza di 7 note fino alla completa assimilazione dei movimenti meccanici, e ripetere il procedimento per le 12 tonalità. Quindi la raccomandazione è di provare qualche scala, ma senza accanimento, e con lo scopo principale di familiarizzare con gli intervalli TTSTTTS.
Per agevolare il processo di memorizzazione meccanica delle scale è bene limitare al minimo il numero di errori. A tale scopo, dopo aver scelto nell'ottava centrale la nota da cui partire, si possono marcare i tasti corrispondenti alle note della scala con adesivi attacca-e-stacca del tipo post-it: i movimenti saranno il più delle volte corretti, e la maggiore sicurezza che deriva dal supporto visivo porta ad una esecuzione degli esercizi più rilassata.
Nello studio delle scale è anche e soprattutto importante seguire la sequenza del Circolo delle quinte, perché la differenza tra una scala e la successiva è minima, e questa gradualità aiuta a memorizzare note e movimenti delle dita.
La tecnica classica di esecuzione delle scale si può riassumere in una diteggiatura standard denominata Passaggio del pollice sotto, basata sulle particolari caratteristiche meccaniche del pollice, e su una semplice regola che suggerisce di raggiungere i tasti neri con le dita più lunghe, le tre centrali.
Dal punto di vista meccanico non c'è una scala più difficile di altre: la difficoltà si misura solo nella velocità con cui è eseguita. La mano dovrà muoversi fluidamente e senza interruzioni, verso il basso o l'acuto, ed essere posizionata correttamente per suonare alla corretta velocità. La tecnica classica diventerà quindi interessante -ed importante- quando si dovranno eseguire scale e passaggi armonici veloci.
Ciò detto, il nostro studio è concentrato sulla definizione di un sistema di posizioni utili per avere il controllo di tutte le note di qualsiasi tonalità; la scala diventa una sequenza di note numerate, da I a VIII, all'interno di un modulo di ottava, da usare in qualsiasi ordine, non necessariamente nella progressione naturale.
Nella logica dei Pattern le dita si possono muovere orizzontalmente per raggiungere tasti adiacenti, mentre la mano si muoverà al cambiamento del pattern, non al passaggio del pollice. Le particolari caratteristiche morfologiche di questo dito ci consentiranno di raggiungere con relativa rapidità tasti lontani con uno spostamento orizzontale, senza muovere la mano -cioè senza cambiare pattern.

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